Cerca nel blog

giovedì 2 settembre 2010

“Menù”, di Sergio Sozi

Storia o fantastoria della nostra Italia? Non semplice ucronia.

Un Italia senza pizza, senza più né letteratura né biblioteche che sarebbe?

Io che amo da morire sia l’una che l’altra, che ho preparato una tesi in letteratura italiana nella Nazionale di Firenze, che mangio pizza un giorno sì ed uno no, rabbrividirei di fronte ad una realtà del genere. Eppure Sozi l’ha immaginata così la nostra bella patria!

“Menù”, romanzo proiettato nel futuro, dal sapore satirico e allegorico.

Se per un attimo ci fermassimo, sarebbe naturale una riflessione guardandoci intorno, perché memori del passato glorioso della nostra terra, potremmo fare un confronto fra vecchio e nuovo. E’ possibile che questa che dovrebbe essere una ingenua meditazione veloce su quello che siamo diventati e quello che siamo stati, ci potrebbe portare ad essere un po’ tutti d’accordo sul fatto che un giorno anche noi potremmo trovarci in quest’assurda e paradossale realtà. E sì..il degrado! Potrebbe riguardarci.

Lo scrittore si nutre delle spoglie di una letteratura bruciata dal business per qualcosa di facile fruizione.

Innanzitutto, nella trama lui fissa una data importante: il 2003. Dopo questo anno si ha infatti l’affossamento della letteratura: predominano strani linguaggi, tutto fuorché l’italiano, e cessa la memoria. Un paese senza memoria non ha neppure un futuro. Non più Petrarca, Leopardi, grandi cultori di essa. Come neppure tanti altri grandi. L’identità nazionale è ormai smarrita. La nostra nazione è ormai persa. Sozi ci pone davanti un posto conosciuto che non è quello di prima, né qualcosa che ce lo ricorda, ma uno con una lingua incomprensibile che nulla ha di quel linguaggio chiamato Italiano. Siamo in una Italia del 2050, immaginata con gente che non legge più, o chi lo fa, lo fa con romanzetti in uno stato di assoluta indifferenza, annullando quella che sino a pochi anni prima veniva chiamata letteratura di qualità. Un mondo dove non si comunica più. Se emblema e respiro della memoria Italica e della cultura sono le antiche biblioteche, non a caso, l’autore fa cadere l’ultima biblioteca italiana, la Nazionale di Firenze, come anche tutti gli antichi palazzi, orgoglio del Rinascimento.

Cade anche l’ultimo mito: la pizza. Non si riesce più a farla come fuori,e così il buono di questa nostra terra fugge verso altri lidi. Chi ama la letteratura e l’italianità si sente tremare dentro, perché sa che c’è qualcosa di vero in questa storia inventata da Sozi. L’Europa non sforna più i grandi capolavori di una volta e i grandi talenti si trovano in paesi che non brillano certo per il benessere economico delle loro popolazioni. Tanto per citare qualcuno e la sua opera, “Cent’anni di solitudine”di Gabriel Garcia Marquez, non è un lavoro d’arte nostrana: troppo presi, negli ultimi decenni, a vendere copie e a seguire le mode. Mi chiedo se ci avviamo davvero verso quella decadenza che Sozi ci descrive, quasi, con chiaroveggenza profetica, e con maliziosa ironia.

Per chi come l’autore vive fuori, il desiderio di conservare un identità ti fa riassaporare ogni giorno e riscoprire l’appartenenza alle tue origini. E se si parla di questo non si può prescindere dal legame con la lingua e la letteratura.

L’autore ha inventato una vicenda dal sapore catastrofico, drammatico, ma fortemente chapliniano che rispetta la logica corrente della società in cui vive, e continuamente cade nel buffo.
E’ una storia divertente, che seppur piena di visioni pessimistiche non spaventano perché non sono vere. Nessuno è indenne da un futuro del genere, soprattutto quando il germe di quanto trovi scritto esiste già. Provate a sfogliare questo libro. Non solo perché vi divertirete.

Castelvecchi Editore
www.castelvecchieditore.com
Narrativa romanzo
Pagg. 106
ISBN: 9788876153303
Prezzo: € 13,00
Sozi:Nasce a Roma il 3 marzo del 1965 e vive dal 1969 al 2000 in Umbria. Attualmente risiede in Slovenia. Dal 1989 si occupa di letteratura, giornalismo culturale, insegnamento e traduzioni fra Perugia, Trieste e Lubiana. Come poeta, ricordiamo la raccolta ”Oggetti volanti”. Fra le altre principali collaborazioni menzioniamo quelle con il quotidiano L’Unità ed il settimanale Avvenimenti, con il mensile triestino Trieste Arte e Cultura, il mensile lubianese Nova revija, il quotidiano sloveno Dnevnik, la Radio Tre slovena e la casa editriceStudentsk. Considerato dall’editore Valter Casini di Roma, nel proprio sito ilPennac del ciclo Malaussène , è stato valutato dalla critica recente un autore che ha un livello stilistico di alta qualità. Il racconto ”Ginnastica d’epoca fredda”, prima di essere pubblicato nel 2009 in Italia da Historica Edizioni, è stato segnalato e antologizzato in Croazia nel 2008 a cura del Premio Fulvio Tomizza – Lapis Histriae.

Rosanna Maria Santoro

Nessun commento:

Posta un commento