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giovedì 2 settembre 2010

“La mia Cina Olimpica” di Paolo Iannuccelli.


iannuccelli “La mia Cina Olimpica” di Paolo Iannuccelli.

Una sorta di diario di bordo in un viaggio fatto in prima persona dall’autore che racconta le avventure affrontate per una passione : la Cina Olimpica del 2008. La storia ricorda una scommessa fatta da due innamorati che sopportano giornate infuocate, camminate estenuanti per essere in grado di poter vedere un equipaggio vestito di bianco rosso e verde

Iannuccelli, infatti, coinvolge nella sua avventura la moglie Ketty. Entrambi, trascinati dal fascino di questa nazione, patiranno e condivideranno un’afa insopportabile, 40 gradi con un tasso di umidità elevatissimo, rifugiati sotto un ponteggio per resistere ad un sole cocente e , alla fine, riuscire ad essere protagonisti di una vicenda umana di cui vogliono parlare al mondo intero. La loro è la vicenda di due osservatori guidati dall’ ardore di poter essere parte di un evento straordinario. La medaglia sicuramente l’hanno meritata perché si sono fatti beffa di tutto ciò che poteva ostacolarli. In questo paese “olimpionico”, tutto, ai loro occhi, appare sotto un aspetto diverso: l’inquinamento della città di Pechino che quell’anno fu inferiore ai timori non rovina la loro festa. Anzi, spicca una Cina della cortesia , dove la gente si mostra gentile e impeccabile sotto ogni punto di vista con la sua efficienza, soprattutto per i servizi al pubblico.

Questa è la Cina, luogo in cui ai giochi olimpici i suoi atleti facevano incetta di medaglie; abitata da un popolo orgoglioso e tenace che si reputa soddisfatto della propria evoluzione recente e in cui le Olimpiadi hanno consolidato quest’atmosfera di fiducia. Non è un regime del terrore quello che è stato mostrato nel testo preso in considerazione.

Nella prefazione, l’autore richiama il film “La Cina è vicina” del 1967, diretto da Marco Bellocchio.

L’intento di Iannucceli è quello di spiegare come il suo approccio a questa nazione si avvicini a quanto il regista descrive col suo lavoro, che è teso ad essere quel che vi si vede, momento per momento. Sembra proprio che di Bellocchio, lui colga la pregnanza grottesca che afferra incisivamente un mondo in sfacelo, soddisfatto delle sue miserabili viltà. La stesura esprime pienamente il suo intento che è quello di parlare, raccontare e descrivere questa vicenda con spirito ironico .

Provate a partire per un viaggio del genere e al termine di una di queste estenuanti giornate descritte, chiedetevi se la medaglia effettivamente dovrebbero darla a voi o agli atleti. Non a caso i protagonisti di questa storia si vedono vincenti. Ecco perché alla fine di una estenuante giornata anche loro vorrebbero una medaglia. Non fa nulla se di cartone. L’importante è aver vinto la loro partita.

Rosanna Maria Santoro

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